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Onorato (Fn): “Le Pen si è mostrata debole. Guardiamo alla Russia. Balotelli ringrazi l’Italia, non l’Africa”

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OnoratoLe Pen, Grillo, Farage e Balotelli. Nomi che oggi riecheggiano nelle crepe del dissesto europeo e che Giuseppe Onorato, dirigente Nazionale di Forza Nuova, intervistato da IntelligoNews ha analizzato per capire le dinamiche su cui si stanno muovendo i nuovi schieramenti europei, alla luce del difficile cammino che sta incontrando il Fronte nazionale.

Fallimento del gruppo Le Pen, il Fronte Nazionale sta perdendo i pezzi?

“È una dimostrazione di debolezza del Fronte Nazionale che potenzialmente poteva e può costituire un gruppo forte contro questa Europa dei burocrati. Sono stati messi dei veti assurdi che sono sinonimo di debolezza estrema. Manca quell’unità fra i Paesi europei che invece si poteva riscontrare l’ultima volta che Forza Nuova è stata presente nel gruppo. Allora Roberto Fiore fece da coagulante fra i vari movimenti, portando in seno al dibattito delle battaglie molto importanti”.

C’è il rischi di un’occasione persa?

“Una grande occasione persa. Ripeto: ci sono i numeri, ci sono i partiti, ci sono gli eurodeputati e c’è la stessa visione dei problemi economici e della sovranità dei popoli. Però c’è anche la paura di una campagna mediatica negativa che la presenza di movimenti come Alba d’orata, l’Npd  e altri posso provocare. Ma questo è solo sintomo di una debolezza enorme”.

Vi ha stupito il dialogo fra Grillo e Farage?

“Non mi ha stupito minimamente. È successo tra l’altro che un’esponente donna del Fn sia andata già dall’altra parte. Ora c’è il pericolo che questo gruppo attragga i non iscritti della Le Pen. Un gruppo che ha un programma populista nel senso mediocre del termine. Non parlano di nulla anzi sono quasi filo-immigrazionisti ma la cosa assurda è la loro esaltazione della nazioni contrapposta a quest’Europa, senza però avere nessuna consapevolezza del termine e soprattutto senza nessuna visione dell’Europa che si vuole. Come singoli non si va da nessuna parte, serve un respiro europeo, di un’Europa come nazione che arrivi fino alla Russia”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal semestre europeo di Renzi?

“Noi ci auguriamo certamente il bene per il nostro Paese. Però sappiamo che il semestre di governo in Europa è solo un discorso economico, finanziario e burocratico. Renzi può metterci tutte le buone intenzioni ma i margini saranno minimi e si muoveranno su pochi punti fondamentali: la salvaguardia delle finanze pubbliche, incrementare l’economia delle Nazioni e dell’Europa, che va già a contraddire il primo punto, e infine salvaguardare i dissesti economici in Europa. Per la svolta però ci vuole coraggio: è necessario fare come il Giappone che ha iniettato nel mercato 700 miliardi stampando moneta. In Europa la moneta non deve essere delle banche e delle lobby. Ma la vera chiave di lettura deve essere, oggi, quella di andare verso la Russia e non stare sotto il giogo americano”.

Abbassando un po’ i toni, come giudica le uscite “nazi-buoniste” di Balotelli?

“Balotelli rappresenta il prodotto politico, sociale e culturale dell’Italia. Il concetto di vedere la persona che sta all’estero come migliore di quella che si ha in casa ci ha portato a essere la nazione che a livello calcistico ha il livello più alto di calciatori stranieri nel campionato. Balotelli è un ragazzo fortunato perché bravo con i piedi ma viziato nel modo peggiore dal mondo moderno. Se ne esce con dichiarazioni discutibili che forse vengono da qualcun altro. Lui ha detto che nessuno gli ha chiesto di essere italiano ma è grazie a quei genitori che l’hanno portato qui, è grazie a l’Italia, che è quello che è, e non certo grazie all’Africa”.

 


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